Negli ultimi periodi molte società di grande rilevanza sono rimaste vittima di grandi furti di dati riguardanti i propri clienti, come i numeri di telefono, i numeri delle loro carte di credito o le credenziali di accesso dei loro account, i quali hanno prodotto come conseguenza grosse perdite in termini di denaro per le aziende coinvolte: alcuni casi eclatanti di questi crimini riguardano ad esempio il celeberrimo social Facebook di Mark Zuckemberg, il quale ha dovuto pagare le conseguenze di un furto di circa 533 milioni di dati, come numeri di telefono o informazioni personali appartenenti agli utenti, tra il 2019 e il 2021, o alla società Yahoo, dalla quale un gruppo di hacker nel 2014 ha rubato le credenziali di accesso di 500 milioni di utenti, messe poi in vendita nel 2016. Questi abusi di componenti della tecnologia dell’informazione finalizzate al compimento di attività criminose possono essere chiamati “cybercrimes” e rappresentano una così seria minaccia per le società e aziende di oggi, sia piccole che grandi, che solo negli Stati Uniti il costo per l’economia di questi crimini si aggira intorno ai 57 e 120 miliardi di dollari, ovvero tra lo 0,3% e lo 0,6% del Pil del Paese; in Italia invece la Clusit (l’associazione italiana per la sicurezza informatica) stima danni da circa 10 miliardi di euro ogni anno. I cybercrimes non solo vengono condotti per fine di guadagno, ma anche per fini sociali e politici, e gli hacker che conducono crimini con questi scopi sono chiamati “Hacktivists”: un famoso gruppo di questi hacktivists è il russo CyberBerkut (in russo КиберБеркут), formato da attivisti pro-russi diventati celebri per numerosi attacchi DDoS (una tipologia di attacco che consiste nel provocare un malfunzionamento in una rete di dispositivi, rendendola non più in grado di funzionare o fornire un servizio) al governo ucraino, portati a termine nel contesto della guerra del Donbass e per essere sospettati di aver provato ad interferire con le elezioni parlamentari ucraine nel 2014, attraverso una serie di attacchi pochi giorni prima delle votazioni. I fatti sopra riportati, insieme a molti altri casi e avvenimenti simili, a mio parere possono dimostrare che in una neonato mondo digitalizzato l’informatica può aprire tante nuove possibilità benefiche per noi stessi e per le associazioni, quante per criminali e persone dalle cattive intenzioni, le quali, come noi cerchiamo nuove vie per sfruttare al meglio le potenzialità di internet e dell’informatica, allo stesso modo tentano di imparare nuovi metodi per portare a compimento i loro loschi e disonesti fini.  

                                                                                                                                                  Stocco Ludovico 3’BC 

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