vorrei
che tu fossi un uccellino
di quelli con il petto rosso,
così potresti viaggiare
per il mondo
e vedere il mare dall’alto
e tutti sentirebbero il tuo
dolce canto
che fa veleggiare il mio cuore
vorrei
essere come quella volpe
che non arriva all’uva
non per disprezzarla, anzi
al contrario
rimarrei ferma a contemplarla
con i suoi raspi arricciolati,
a guardarla
splendere di violaceo al sole
vorrei
vedere un cielo blu notte
a tratti costellato da lucciole
con punte splendenti
e dorate,
parlare sino al sorgere dell’alba
di tutto e di niente,
nella calma
circondati dalle nostre sole parole
vorrei
saper dipingere come un pittore
imprimere sulla tela le emozioni,
i pensieri a tratto delicato,
in bianco e nero
così che ognuno veda lì riflesso
la gioia e il dolore mai medicato,
e ti confesso
vorrei che
germogliasse un fiore
vorrei
che fosse una giornata di primavera:
è pieno aprile e l’aria è pervasa dall’inebriante
profumo di rose
bianche e rosse
ma una mano pallida intanto
è macchiata da un rivolo altrettanto rosso
e un sipario cala di ombre sul giorno cessante
vorrei
essere su un monte ricoperto di neve,
brividi gelati che salgono verso l’alto
formiche danzanti sulla pelle intorpidita;
poi urlare.
Un eco si propaga e giunge fino al blu
in un’onda incolore, e cade
cade giù
lungo il burrone tutto ciò che ho da dire
vorrei
vorrei, vorrei, vorrei…
Questo il turbinio che affolla la mia mente
guardando il brillio delle stelle cadenti
e minuto dopo minuto
gli occhi si fanno pesanti
e il respiro rallenta.
Matilde Volpi 4BC