L’articolo 21 della nostra Costituzione garantisce “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” ma è sempre valido questo diritto?

Il 25 ottobre è avvenuta una manifestazione di protesta all’università storica di Roma, La Sapienza, che è stata repressa anche con l’uso della forza da parte delle forze di polizia.

L’opinione pubblica si è spaccata sul giustificare o condannare gli atti delle forze dell’ordine, ma vediamo bene cos’è successo.

Azione Universitaria, associazione studentesca di destra, aveva organizzato un incontro sul “Capitalismo buono” invitando a partecipare Capezzone, ex deputato, e Roscani, deputato di Fratelli d’Italia e attuale presidente di Gioventù Nazionale (erede di vari movimenti neofascisti).

Tuttavia la facoltà di Scienze Politiche venne chiusa perché all’ingresso si formò una manifestazione, formata da collettivi, studenti e altre persone, contraria a ciò che stava accadendo dentro la struttura che protestò con megafoni e cori antifascisti e anticapitalisti.

Il dirigente del servizio nominato dalla Questura chiese l’intervento delle forze dell’ordine giustificando poi tale azione affermando: “un gruppo di manifestanti voleva entrare per interrompere il convegno”.

Le forze di polizia, schierate in assetto antisommossa con scudi e manganelli, bloccarono la porta d’ingresso, già sbarrata, impedendo ai manifestanti di appendere uno striscione “Fuori i fascisti dalla Sapienza”.

Alcuni studenti tentarono di entrare per ottenere un contraddittorio per il convegno in corso nelle aule dell’ateneo, ma dopo ripetuti tentativi (anche per appendere lo striscione), e apparentemente perché uno studente brandiva un’asta, la polizia decise di caricare gli studenti spingendoli con gli scudi e manganellandoli. 

In totale ci sono stati 2 feriti, di cui uno grave che perdeva sangue dalla testa, soccorsi successivamente dalle unità mediche chiamate.

A seguire i manifestanti formarono un corteo e camminarono fino alla sede del Rettorato continuando a portare in testa al gruppo uno striscione e intonando cori antifascisti.

Alcuni studenti vennero intervistati durante il corteo, citandone alcuni:

Fratelli d’Italia odia le donne, le soggettività libere, i migranti. È razzista ed è fascista. Azione Universitaria può pensare di pulirsi la faccia da tutto questo, ma noi sappiamo chi sono veramente e non li faremo passare” 

Siamo qui per dire che l’università non è la passerella dei partiti: sebbene sia al governo, sappiamo bene che Fratelli d’Italia porta ideologie fasciste

I manifestanti chiesero un incontro con la rettrice che, dopo aver rifiutato di scendere in strada, accettò di incontrare 2 portavoce della manifestazione.

La risposta del rettorato non si fece attendere, la rettrice affermò: “L’Università deve essere un luogo in cui si studia, si cresce, in cui bisogna incontrarsi e confrontarsi, ma non scontrarsi fisicamente. Condanniamo ogni forma di violenza e garantiamo, ad ogni individuo che agisca secondo i Principi costituzionali, il diritto a manifestare liberamente le proprie opinioni nel rispetto della pluralità delle idee”.

Cosa ne pensa la politica di ciò? Vari personaggi si sono espressi a riguardo e in favore dei ragazzi troviamo:

L’assessora alla scuola di Roma: “Scene gravissime, solidarietà ai ragazzi”

Deputato Casu (PD): “Chiederemo venga fatta giustizia”

Consigliera regionale per le politiche giovanili: “È repressione”

Invece si sono espressi solidali verso le forze dell’ordine:

Sindacato autonomo di polizia: “Strumentalizzata, solidarietà ai colleghi”

Deputata Colosimo (FDI): La Sinistra mistifica la realtà

Nello stesso momento si teneva il primo discorso del nuovo Presidente del Consiglio Meloni che affermava: “Confesso che difficilmente riuscirò a non provare un moto di simpatia anche per coloro che scenderanno in piazza per contestare le politiche del nostro Governo”, a primo impatto molto contraddittorio visti i fatti che stavano succedendo a pochi chilometri di distanza.

Il diritto a manifestare è garantito dalla nostra costituzione ma deve essere esercitato nel rispetto degli altri, protestare fuori dalla facoltà per chiedere di poter avere un confronto nel convegno è un reato?  È giustificata la polizia ad agire in questo modo?

Date le dichiarazioni degli esponenti di maggioranza di governo, sarà in pericolo tale diritto?

Zibra Emanuele 4CE

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