Nonostante già da parecchi anni viviamo in un ambiente precario, il 2021 ha portato i cambiamenti ambientali ad un punto di non ritorno: le foreste australiane sono state distrutte, moltissime specie sono in via di estinzione e la temperatura è salita notevolmente.

Gli ultimi 7 anni sono stati tra i più caldi di sempre a livello globale, in particolar modo l’estate del 2016, considerata l’estate più calda di sempre. Nonostante ciò, la stagione più calda per l’Europa, prima di quella di quest’anno, è stata quella del 2021, che ha portato anche a numerosi disastri ambientali in diversi paesi come Germania, Belgio e Paesi Bassi.

Oltre al caldo anomalo, nel 2021 si è verificato anche un aumento generalizzato dei gas serra; infatti, durante l’anno si è assistito ad un record annuo di CO2, arrivando circa a 414.3 parti per milione.

La presenza di CO2 sul nostro pianeta continua ad incrementare dal dopoguerra, quando abbiamo iniziato a produrla senza interruzioni.

Come già precedentemente citato, l’estate di quest’anno è stata la più calda nella storia europea: durante il mese di luglio sono stati registrati 2,26 gradi centigradi in più rispetto alla media italiana. La crisi climatica è un problema che molti tendono a sminuire, ma la frequenza e la violenza degli eventi atmosferici, le abitudini migratorie e riproduttive di molti animali e vegetali sono dettate dalla crisi stessa.

Strettamente legata all’innalzamento delle temperature è ovviamente l’emissione di CO2, che rende sempre più frequenti fenomeni di inondazioni, siccità, diffusione delle malattie, crisi dei sistemi agricoli, crisi idrica e l’estinzione di una grandissima quantità di specie.

Secondo gli scienziati, il 2022 è stato un altro anno “sprecato” nella lotta al cambiamento climatico, in quanto non siamo riusciti a migliorare la situazione nella quale viviamo, anzi, abbiamo assistito sempre più frequentemente a episodi di inondazioni e altri disastri atmosferici.

Inoltre, un altro fattore che ha fatto preoccupare non solo gli scienziati, ma tutta la popolazione mondiale, è la scarsa frequenza di piogge in tutto il globo, che ovviamente porta alla siccità del terreno e di conseguenza alla rovina di tutto il raccolto; inoltre, le piogge che si sono abbattute sui nostri territori sono state così violente da creare ulteriori disastri ambientali.

La direttrice esecutiva del programma Onu per l’ambiente afferma che bisogna cercare di dimezzare le emissioni di gas entro il 2030; nonostante venga considerato da tutti impossibile, lei è convinta che la speranza sia l’ultima a morire e che bisogna perlomeno provarci.

Dobbiamo farlo per noi, per tutte le specie e gli ecosistemi, in modo tale da non mandare in rovina la nostra casa, abitata da noi da milioni di anni.

L’aiuto di ogni singolo individuo è fondamentale in questa impresa, perché al punto di non ritorno ci avviciniamo ogni singolo giorno sempre di più, e proprio per questo motivo bisogna agire immediatamente per garantire un futuro a noi esseri umani e a tutti coloro che lo abitano.

Vittoria Maspes 4AS

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