[ALLERTA SPOILER DI “DEATH NOTE”] 

Ciascuno di noi ha desideri, obiettivi che la nostra ambizione ci spinge a raggiungere: alcuni vogliono  battere un proprio record, altri desiderano comprare un nuovo modello di cellulare, altri ancora vogliono solo una sufficienza in matematica o dormire di più la domenica mattina. 

Spesso, se questi obiettivi non sono bramati con grande intensità, ce se ne dimentica, oppure, come il più delle volte accade, se non si riesce a centrarli dopo vari tentativi si getta la spugna e li si abbandona.  

Tuttavia, altre volte, anche se non si riesce a raggiungerli per via delle proprie modeste capacità e abilità, a causa di un intervento della sfortuna o per altri motivi, c’è chi non demorde, continua imperterrito e fa di tutto per conseguirli.   

Considerando questo atteggiamentomi viene in mente il protagonista del celeberrimo manga, e poi anime, Death Note (デスノート)Light Yagami(夜神 月): lui è un adolescente giapponese ed eccelle, senza difficoltà, in tutte le materie scolastiche, grazie anche alla sua straordinaria intelligenza fuori dal comune; forse proprio per la tranquillità della sua vita senza sorprese, priva di problemi e per la sua grande intelligenza, era annoiato dalla routine di tutti i giorni e guardava con disprezzo alla società in cui viveva, piena di criminalità e falsità. Tuttavia, tutto cambia un giorno, in cui, dopo essere uscito da scuola, trova un quaderno per terra, il Death Note, con cui ha la possibilità di uccidere le persone scrivendo semplicemente il loro nome su di esso. Così Light può finalmente cancellare quel mondo che tanto disprezzava e crearne uno nuovo fondato sulla sua visione di bene, diventandone il dio. Nel corso della storia manipola varie persone, gioca con i loro sentimenti o le usa come “pedine” sacrificabili per raggiungere il proprio obiettivo.  

La figura e l’ambizione di Light mi hanno ricordato il dottor Faust, personaggio del folklore tedesco, la cui storia è stata ripresa in varie opere come la tragedia The Tragical History of Life and Death of Doctor Faustus del tragediografo inglese Christopher Marlowe, e il dramma Faust del poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe: infatti pure lui è annoiato dalla vita, dopo aver approfondito molti campi dello scibile umano, ma, diversamente da Light, il suo desiderio è quello di conoscere di più e di superare i limiti naturali dell’essere umano.  

Altro elemento che li accomuna è il fatto che entrambi acquisiscano il potere da un patto con un essere ultraterreno, legato alla morte e alla dannazione: il Death Note di Light, infatti, è stato lanciato sulla terra da Ryuk, uno shinigami( 死神, “dio della morte”) e originario possessore di quel Death Note, perché questa divinità semplicemente voleva divertirsi vedendo cosa sarebbe accaduto se nel mondo umano fosse giunto tale quaderno; Ryuk rimane insieme al protagonista per quasi tutto il corso della storia (infatti è legato a chiunque possegga il suo temibile taccuino) e, anche se si era promesso di non farlo, lo shinigami lo aiuta a creare stratagemmi per tenere nascosta la sua identità da enti che vorrebbero catturare questo serial killer di migliaia di criminali, invisibile e che non lascia alcuna traccia, come la polizia giapponese o l’Interpol. Invece il dottor Faust stipula un patto con Lucifero che gli concede, come servo, Mefistofele, un diavolo, dal quale si farà dare nel corso della storia varie abilità sovrumane (come quella di volare); inoltre, sempre secondo questo “contratto”, gli rimangono ventiquattro anni da vivere sulla terra e la sua anima appartiene a Satana e quindi è condannata all’eterna dannazione. 

Si possono trovare paragoni anche nella conclusione di entrambe le opere: alla fine dei ventiquattro anni, come era stato accordato, la vita di Faust deve giungere al termine, così, mentre trascorreva timoroso gli ultimi attimi in biblioteca chiedendo inutilmente aiuto a Dio e a Mefistofele, che ormai gli aveva voltato le spalle, un gruppo di diavoli entra in scena e lo trascina negli inferi; in Death Note, Light alla fine viene scoperto e, mentre cerca invano di scappare sofferente di ferite di armi da fuoco e con la polizia alle calcagna, Ryuk, con un po’ di nostalgia per il tempo passato con il protagonista, scrive il suo nome sul quaderno, facendolo morire pochi istanti dopo. 

Oltre alla differenza di ambientazione e di tempo, la vera differenza che permette a Death Note di fare un passo in avanti a livello di trama è il fatto che sia presente un degno antagonista, che possa affrontare alla pari Light e mettere i bastoni tra le ruote del suo piano. Questo rivale è l’investigatore che si fa chiamare “L”, famoso per i complicati e intricati casi che ha risolto e, nonostante questi non riesca alla fine a incastrare Light e a consegnarlo alla giustizia, le sue informazioni e dati raccolti, che portavano sì a Light ma senza una prova definitiva, aiuteranno il suo successore Near, una volta diventato il nuovo “L”, a mettere con le spalle al muro il protagonista. 

Milo Legnani 4ªAC 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *