Da bambini ci sarà capitato di vestirci da streghe o da stregoni, crescendo c’è chi li avrà visti nei film horror: hanno un cappello a punta e volano su una scopa o sono ritenute concubine del Diavolo la cui intenzione è quella di spargere sangue. Per questo motivo l’Inquisizione compiva dei terribili massacri, dove generalmente donne comuni, accusate di stregoneria, venivano arse vive o impiccate e coloro che non erano condannate a morte erano indotte a confessare un reato non commesso. La caccia alle streghe avvenne anche in Europa, ma il caso più conosciuto rimane quello di Salem.

Gli storici stimano che furono circa cinquantamila le persone condannate per stregoneria fra l’inizio del 1300 e il 1782, anno in cui fu condannata a morte Anna Goldi, l’ultima vittima. Per quanto riguarda Salem, l’inquisizione lo prese nel 1692, un periodo in cui nel resto del mondo l’esistenza delle streghe veniva già messa in dubbio, o quantomeno veniva criticato il modo in cui venivano estrapolate loro le confessioni.  Già screziata dalle controversie tra la città e il villaggio di Salem, la comunità era piena di un odio a cui il quarto ministro del villaggio, Samuel Parris, aggiunse combustibile. Parris era un commerciante fallito che non aveva finito gli studi ad Harvard, un uomo che odiava chi invece aveva avuto successo e che contribuì a rafforzare le ostilità locali; un uomo che divenne anche il pastore della nuova chiesa, un puritano. La tensione era aggravata dall’arrivo nella zona di gruppi di minoranze cristiane, considerate una minaccia alla visione puritana, e anche dalla Guerra di re Filippo.

La persecuzione iniziò quando nel febbraio del 1692, appunto, la figlia del pastore, Betty, e la nipote Abigail Williams, iniziarono ad avere strani comportamenti: strisciavano sul pavimento, si contorcevano, scagliavano oggetti, si nascondevano sotto i mobili. Quando il medico non riuscì a trovare una causa fisica, Parris puntò subito il dito contro le streghe. Altre giovani iniziarono ad avere lo stesso comportamento e quando venne chiesto a Betty e a Abigail chi le tormentasse, incolparono: Sarah Good, una mendicante che era stata accolta da Parris, ma poi cacciata dallo stesso con l’accusa di essere ingrata e di avere un comportamento malevolo; Sarah Osborne, una ricca proprietaria terriera che aveva sposato il suo servitore come secondo marito e sospettata di aver tradito il primo con il secondo e Tituba, di origine caraibica, schiava dello stesso pastore e confidente delle due ragazze.

Riguardo alla veritiera causa dei loro comportamenti, è stato ipotizzato che potevano essere stati causati da un avvelenamento da pane di segale ammuffito, ma poi successivamente questa teoria fu smentita e attualmente si ipotizza che l’angoscia psichica degli abitanti abbia portato a sintomi fisici. Sarah Good e Sarah Osborne furono impiccate, poiché non ammisero mai la loro colpevolezza, mentre Tituba confessò e fu rinchiusa in prigione. Fu proprio Tituba a creare l’immagine delle streghe sulle scope e l’immagine dei famigli, demoni che, secondo le credenze, venivano dati dal Diavolo alle streghe quando queste si vendevano a lui. Questi demoni prendevano sembianze di animali, solitamente di gatti neri o corvi, che si nutrivano col sangue delle streghe; nei punti dai quali mangiavano, si credeva che nascesse il marchio delle streghe, che veniva cercato sui corpi di quest’ultime da un comitato specializzato affinché fosse dimostrata la loro consapevolezza. Furono successivamente accusate diverse donne, anche signore rispettate all’interno della Chiesa, come Rebecca Nurse, per la quale fu anche firmata una petizione a supporto della sua innocenza. Una delle prove utilizzate per la condanna delle streghe fu la prova spettrale, ovvero la testimonianza di una persona provocate dalla presenza della presunta strega.  Questo tipo di prove venne poi criticato e tra i critici vediamo Cotton Mather, un ministro puritano che sottolineò che il Diavolo poteva assumere diverse forme e apparire a chiunque volesse, facendo accusare di stregoneria degli innocenti, e Thomas Brattol, laureato a Harvard e membro della Royal Society. E così l’inquisizione finalmente a Salem finì e nel 1711 furono prosciolte ventuno condannate con un risarcimento, ma solo nel 2001 tutti i condannati sono stati riconosciuti innocenti.

Oltre alle donne furono accusati anche uomini e addirittura due cani, poveri e ricchi, la mendicante Sarah Good e il secondo ministro del villaggio George Burroughs. Furono quattordici le donne e cinque gli uomini condannati a morte, con l’aggiunta di un uomo morto a causa delle torture subite durante l’interrogatorio. 

Salem non risparmiò nessuno. La tensione e la paura erano i veri burattinai, creatori di un triste spettacolo, che creò un profondo trauma fra i cittadini del villaggio.

                                                                                                                                                Noemi Di Tella

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