Un ricco uomo, proprietario di importanti industrie manifatturiere, sposò una donna della borghesia inglese. Fu costruita una grande casa che si ergeva elegante e imponente. Tutto sembrava perfetto: grande villa, grandi giardini e grande amore fra i novelli sposi. Amore che ben presto si tramutò in odio da parte del geloso marito che, ritornando spesso a Londra per lavoro, lasciava a casa la moglie sola. La giovane era solita passeggiare in compagnia di uno stalliere di quelle parti, che la accompagnava a cavallo. Subito, nel piccolo paese, si diffuse la notizia che la giovane sposa tradiva il marito. Quando venne a conoscenza di questo, il marito decise di ripudiarla. La bella donna, così, venne cacciata dall’amore della sua vita. In lacrime, decise di gettarsi nel freddo lago lì vicino. Sentiva che il ghiaccio la circondava, la abbracciava stringendola forte. Il pianto che si mischiava con l’acqua l’accompagnava sempre più a fondo del lago, mentre la vita lasciava la triste donna, che morì suicida nel dolore. Nella bella villa, ormai troppo grande per un solo uomo, il silenzio si imponeva in ogni stanza. Quando il marito tornò nella camera matrimoniale, nello svuotare i cassetti della moglie, trovò un diario e quando lo aprì i vorticosi e tristi pensieri della donna si riversarono prima sui suoi occhi, poi nella sua mente, che leggeva le pagine del dolore e dell’impotenza che avevano tormentato l’anima di una giovane e leale ragazza accusata di ingiusto tradimento. Consumato dal rimorso e dal senso di colpa, l’uomo si uccise con un colpo di pistola, in modo da silenziare per sempre il dolore e l’infinita tortura di aver perso la sua amata. 

La storia, avvenuta nell’800 a Biandronno, è accaduta realmente, ma una leggenda si cela ancora nel paese. La Villa, un tempo proprietà di Luigi Borghi e dell’inglese Margaret Doyle, è ancora uno splendido edificio avvolto nel mistero. Luigi non ha mai smesso di rimpiangere la moglie: il suo fantasma vaga ancora in cerca di pace. Dall’ultimo piano della villa appare ancora la sua sagoma, affacciata alla finestra per tutta la notte,che osserva quello sventurato lago che, in una triste sera, aveva portato  via sua moglie per sempre. La moglie emerge spesso dal lago, lo sguardo rivolto alla grande casa, nelle fredde mattine come quella che seguì dopo la sua morte. I due, ormai separati da morte infelice, si scorgono da lontano fra il tramonto o l’alba, quando uno dei due abbandona troppo presto la Terra per riuscire a incontrarsi anche per poco. Recentemente sono state scattate delle foto alla villa con una sagoma alla finestra, che sembra guardare, appunto, l’orizzonte. 

Emma Garofalo

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