Era una piovosa giornata d’autunno e il tempo sembrava infinito: perciò, non avendo nulla da fare, decisi di andare in soffitta a sistemare un po’. Nel momento in cui iniziai a pulire mi cadde l’occhio sul mio vecchio slittino delle principesse e mi ritornarono in mente un sacco di bei ricordi: le battaglie di neve con i miei cugini, con i quali mi divertivo a scendere dalla collinetta appena dopo scuola, i biscotti ripieni di nonna per merenda e i pupazzi di neve sparsi per il cortile. 

Poco dopo lo rimisi a posto e tornai al presente; iniziai a pensare alle interrogazioni e verifiche che avrei avuto a breve, iniziando a provare un forte senso d’ansia, quando per fortuna continuando a pulire spostai lo sguardo su un altro oggetto: era una mia foto di quando ancora andavo tutti gli anni a Fiabilandia, un parco divertimenti, con i miei nonni; dall’immagine supposi che avessimo appena finito di fare la giostra di mago Merlino, poiché mi ritraeva mentre cercavo di prendere la spada nella roccia. 

Risistemai la foto e iniziai ad avere un po’ di malinconia di quei tempi… A volte capita anche ora di andare in vacanza con miei nonni, ma non è più la stessa cosa. 

Continuando a riordinare la mansarda trovai il mio vecchio tavolino, uno dei primi regali che ho ricevuto da appena nata, “non l’avevamo dato ai figli della cugina della mamma?” pensai, a quanto pare no.

Quel tavolino per me ha più ricordi di qualsiasi altro oggetto: lo usavo per disegnare insieme a mamma, per fare colazione al mattino mentre guardavo Pollon o Zig e Sharko, a volte addirittura quando mio padre lavorava fino alle dieci di sera; la mamma mi permetteva di mangiare davanti alla televisione ed ecco che partiva la mia maratona di serie tv come Violetta o Marta ed Eva. 

Trovai e presi in mano anche il mio vecchio flauto: ho sempre amato suonare e studiare storia della musica alle medie, solitamente passavo i pomeriggi da nonna a suonare ed a studiare e rimanevo lì fino alle diciotto, quando arrivava mio papà a prendermi. Il momento più bello della giornata era però l’ora della merenda: nonna mi preparava sempre pane e nutella o la tisana con i biscotti, che mangiavo mentre guardavo alla tv i The Goldbergs o The O.C., due tra le serie che mi hanno cresciuta.

Finiti i ricordi, guardai l’ora e sistemai tutto ciò che avevo preso per prepararmi ad andare dal neuropsichiatra, ma non feci in tempo a posare il flauto che mi cadde l’occhio su una lettera che avevo scritto quando ancora andavo alle medie, una specie di lista dei desideri: lessi il primo desiderio, ”vorrei frequentare il liceo classico”, mentre il secondo desiderio recitava “vorrei trovare una migliore amica”, a distanza di anni entrambi sono andati a buon fine. 

Tra tutte le richieste, però, una in particolare mi colpì: “vorrei non sentirmi più così inutile”; dopo averlo letto mi pietrificai, finchè con un briciolo di voce riuscii a promettere a quella bambina che avrei fatto il possibile per non farla più sentire così. 

Poco dopo mi alzai, e prima di tornare nella mia camera presi in mano una scatola che conoscevo fin troppo bene: all’interno avevo riposto tutte le lettere scritte anni fa, durante un periodo molto brutto per me; ho avuto dei periodi difficili con il mio corpo, e rileggere certe parole mi fa ancora un po’ male…

Quel pomeriggio mi insegnò molto: capii l’importanza dei ricordi, quanto essi a volte possano fare male o mancarci, ma capii anche che era arrivato il momento di crescere e di rendere fiera quella piccola bambina che da troppo tempo aveva perso la sua luce.

Alessia Pizzetti 3BC

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