Ma ci credete che siamo già arrivati al mese di aprile?

Dal mio punto di vista quest’anno scolastico mi sembra volato. Tanto ormai una volta arrivati ad aprile con uno schiocco di dita siamo già a giugno, perché tra verifiche, interrogazioni, recuperi vari ormai si perde la cognizione del tempo. Però tutto sommato sbagliamo a concentrarci troppo sulla scuola o in generale sulle cose che dobbiamo fare, per poi perdere quello che ci sta attorno. Una volta una professoressa disse alla mia classe “ voi ragazzi siete troppo con la testa tra le nuvole, ma una volta tanto mettetevi ad ascoltare il suono degli uccellini che in questo mese volano liberi nei cieli”. Ogni volta che arriva il mese di aprile io penso a quelle sue parole: non è una cosa strana invitare qualcuno a fare un’ azione ”normale”? In realtà non è una cosa strana, ma una cosa triste. Ormai questa vita così frenetica ci fa perdere di vista la realtà, o semplicemente, ci porta a metterla da parte perché su Internet si possono ascoltare uccellini che cantano o vedere foto di fiori che sbocciano tutto l’anno senza distinzione delle stagioni. È una cosa veramente utile, ma dall’altro lato triste, soprattutto noi giovani viviamo veramente tra le nuvole e ci perdiamo le scene più naturali. Forse perché diamo tutto per scontato perché in un modo o nell’altro avremo l’opportunità di rivederlo, ma lo potremmo veramente vivere? Pensiamo un pochino a quelle povere persone che stanno vivendo la guerra: magari anche loro fino a qualche anno fa non prestavano attenzione al canto degli uccellini e poi da un giorno all’altro si accorgono che non c’è più quel canto, perché era diventata un’azione da tenere di sottofondo e mai una principale. Però, più i giorni di guerra passano, più si inizia a sentire la nostalgia, per poi arrivare alla morte della speranza di poter risentire ancora una volta quell’uccellino cantare. 

Sono quel tipo di persona che ha come filosofia di vita “godi questo giorno come se fosse l’ultimo”, perché con tutto quello che sta succedendo nel mondo bisogna avere un pochino di paura del futuro. Ogni giorno per migliaia di persone rimane un’enorme incognita lo svegliarsi l’indomani. Sperando che non sarà così anche per noi.

Per non finire in modo drammatico, vorrei invitare voi tutti, cari lettori, a prestare più attenzione a tutte quelle azioni che diamo per scontate. Goderci di più la bellezza della natura primaverile e magari trovare il vostro canto di uccello preferito, oppure trovare il vostro fiore preferito: sentite, odorate, vedete coi vostri sensi, spegnete per un giorno il telefono e andate dalla natura ad ammirare le meraviglie della primavera (magari con qualche fazzoletto e l’antistaminico per chi è allergico ai pollini).

La vostra direttrice, Beatrice 

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