Avrei voluto scrivere un articolo su Sofia Goggia e sul suo coraggio nell’affrontare un brutto infortunio che avrebbe potuto mettere a rischio le “sue” Olimpiadi.

I veri campioni cadono e sanno rialzarsi: lei ce l’ha dimostrato.

Io però, frastornata ed incredula dagli avvenimenti che da 10 giorni imperversano nell’Europa orientale, toccando da vicino anche la nostra vita, vorrei riflettere su cosa significa veramente coraggio.

Dalla lingua provenzale “corage”, deriva dal latino cor-cuore .

E allora, se Sofia ha messo tutto il suo cuore e tutta la sua forza in quello in cui credeva per tornare a vincere, ecco che, anche oggi, chi è oppresso da una guerra inaspettata sta sacrificando se stesso perché il cuore, la speranza e la pace tornino a vincere sull’odio e sull’insensatezza.

Non esistono, a mio parere, guerre giuste o sbagliate, ma solo guerre che purtroppo vanno combattute con coraggio, e quanto ne sta dimostrando il popolo Ucraino?

Non il coraggio di chi non vede pericoli e mette a repentaglio inutilmente la propria vita e quella degli altri, ma la forza morale di chi si sacrifica per i valori in cui crede, per la libertà e la difesa della propria terra. 

Avere coraggio, però, non significa non avere paura, ma credere che esista qualcosa di più importante della paura stessa ed è proprio questo che leggo negli occhi lucidi degli uomini ucraini, che fanno di tutto per mettere al sicuro la propria famiglia e per poi tornare sul campo di battaglia con l’obiettivo di difendere la propria patria, pur sapendo di mettere a rischio la propria vita.

“Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura, ma non assenza di paura” – Mark Twain

Gaia Elisa Ferrini, 2^AC

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