L’effetto Mandela è un deficit alla base di una distorsione della memoria che porta a ricordare eventi che non sono mai accaduti. 

Deve il suo nome al fatto che, sebbene il leader sudafricano sia morto nella sua casa a causa di un’infezione respiratoria, alcuni ricordano la storia in modo diverso. Un buon numero di persone, infatti, è in grado di raccontare con tanto di dettagli la morte del politico sudafricano molto tempo prima nella prigione di Robben Island. Si può notare, quindi, che le due versioni sono completamente scollegate tra di loro; si parla quindi di “falsi ricordi collettivi”. 

Ma quali possono essere le cause che portano a tale distorsione? 

Esistono tantissime teorie sull’origine dell’effetto Mandela; alcune del tutto visionarie e altre più realistiche di fatto, però, anche se in realtà ancora non si riesce a spiegarne a fondo i motivi. 

Una delle teorie a mio parere più interessanti è quella degli universi multipli.  Il fenomeno sarebbe causato dalla presenza di più universi paralleli coesistenti ma con variazioni di oggetti, persone ed eventi; ipotesi che si rifà alla meglio conosciuta “Teoria del Multiverso”. 

Quando queste realtà o universi in qualche modo si intersecano accidentalmente, la memoria stessa si confonde nelle diverse linee temporali per creare falsi ricordi collettivi riguardanti un particolare evento. La cosa sorprendente è che sebbene questa teoria sia piuttosto complessa e per certi aspetti possa sembrare fantascientifica, non esiste per ora un modo per confutarla scientificamente o “contro ogni ragionevole dubbio”. 

Seguendo la corrente degli universi paralleli e della fisica quantistica, sono state fondate ipotesi secondo  cui  il CERN ( il più grande laboratorio di fisica delle particelle al mondo) potrebbe lavorare sull’ipotesi degli universi paralleli, e che alcuni esperimenti fatti all’interno della struttura potrebbero modificare la realtà. 

Nonostante tutto, nessuna di queste congetture però è stata confermata. 

Matilde Brambati 1BS 

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