Belli e dannati… 

Il secondo romanzo del giovane Fitzgerald, ambientato nella New York nell’inizio ‘900 e che anticipa quello che sarà il capolavoro dell’autore, Il grande Gatsby, di cui tutti conosciamo la storia. 

Prima di portare alla luce Jay Gatsby, Fitzgerald ha creato Anthony Patch, un personaggio che la critica del tempo ha ritenuto molto vicino alla personalità e allo stile di vita dell’autore: giovane, affascinante, intelligente, laureato, ma senza nessun obiettivo o desiderio nella vita se non la morte del nonno, che gli permetterebbe di ricevere la sua parte di eredità.  

Le sue giornate consistono in pomeriggi di ozio nel suo appartamento di lusso sulla Cinquantaduesima e al Ritz a bere con i suoi due fidati amici, Maury Noble e Dick Caramel. Racconta di star usando tutte le sue energie per scrivere un libro sul Rinascimento, fatto che rappresenta una semplice scusa per non cercare un impiego vero.  

La sua vita prende una svolta grazie all’incontro con la bellissima cugina dell’amico Dick, Gloria Gilbert, giovane ragazza mondana e bellissima, che sogna di diventare attrice e che riesce ad affascinare il protagonista.  

L’amore fra i due non può fare altro che sbocciare e il loro matrimonio sembra l’inizio di una vita felice e spensierata, ma non tutti i sogni si realizzano e ben presto la routine di coppia si presenta diversa dalle loro aspettative: i dialoghi che sfociano in litigi, le diversità nei caratteri, il continuo procrastinare e vivere senza progetti o particolari obiettivi, buttando tutta la propria scontentezza per i sogni irrealizzati nei party, nel lusso, nell’alcol.  

Questa crisi tra i due coniugi raggiungerà il proprio culmine quando il nonno toglierà la tanto attesa eredità ad Anthony e vi sarà lo scoppio della prima guerra mondiale.  

Fitzgerald ci porta nella società dei giovani della sua epoca, una società che lui conosce  

perfettamente, in quanto parte di essa: i giovani, in questo periodo, si trovano divisi tra gli antichi  

valori, che hanno caratterizzato l’ambiente in cui sono nati e cresciuti, e l’avvento di nuovi.  

Prendono dalla loro gioventù tutto quello che desiderano, prima di assumersi le responsabilità a cui sono destinati. L’autore, però, mette in evidenza come questa realtà non sia così spensierata: vuole dimostrare che anche l’oro più splendente smetterà di brillare e le luci della Grande Mela non rimarranno sempre accese. 

In questo modo, distrugge l’ideologia del sogno americano, rivelandola per quello che è: un’illusione.  

Lina Zhao 4BS 

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