La vita di ciascun essere umano, nessuno escluso, è regolamentata e rigidamente suddivisa in base ad un’unità di misura collettiva: il tempo

Esci di casa alle 7, trovati con i tuoi compagni di classe a fare colazione al Muzza per le 7.30 e, mi raccomando, non fare ritardo a lezione, che inizia alle 8.10. 10 minuti di pausa tra una lezione e l’altra, non di più. Vedi di trovarti alla pensilina prima delle 13.30, che poi perdi l’autobus. Sbrigati a mangiare, che devi studiare subito, sennò non riuscirai a finire in tempo per gli allenamenti delle 18. La sera puoi uscire con i tuoi amici, ma non tornare troppo tardi, al massimo a mezzanotte, che domani c’è scuola. Sempre così, tutti i giorni. Ovviamente questo è solo un esempio, ma ci fa comprendere perfettamente quanto sia importante il tempo nella nostra vita.

E di conseguenza, sorge spontaneo il quesito: ma, cos’è il tempo? 

Secondo il fisico inglese Isaac Newton è qualcosa di assoluto, che scorre indipendentemente dagli accadimenti del mondo. Albert Einstein riconosce l’esistenza del tempo solo in relazione con un’altra dimensione, ovvero lo spazio. Aristotele, invece, sostiene che il tempo non esiste, o meglio, che il tempo è solo un modo per misurare le cose in movimento. Di conseguenza, se non c’è nulla che si muove, non c’è neanche il tempo. Secondo Platone è un’illusione, mentre secondo la fisica una semplice unità di misura relativa.   

La risposta, come avrai  intuito, non è quindi universale.

In passato, quando l’unico orologio pubblico era la natura, la filosofia antica induceva le persone a pensare più concretamente al tempo e a come utilizzarlo per dare un senso alla propria vita. Ad oggi ci si focalizza maggiormente sui metodi per “raggirare” il tempo, per riuscire a fare il maggior numero di cose, nel minor tempo possibile. Basti pensare al successo mondiale dei fast food (letteralmente “cibo veloce”), al numero crescente di persone che optano per l’acquisto di una spesa che arriva dritta a casa o la consegna a domicilio di qualsiasi articolo. La verità è che abbiamo troppe scelte, troppe scadenze, ed è da ingenui pensare di poterle portare a termine tutte: fare qualcosa significa non fare qualcos’altro, l’una esclude l’altra, non possiamo avere tutto. E quindi sostenere di non avere tempo non è corretto; questo è solo il risultato di una scelta di priorità. Da ciò deduciamo che il time management è prettamente emozionale.

Appurata la relatività del tempo, vi sarebbe poi un discorso legato alla percezione del tempo stesso. Anche in questo caso vi sono diverse correnti di pensiero, tra loro divergenti. Ad esempio, il Presentismo afferma che solo il presente è reale, il passato è stato reale e la configurazione del futuro sarà reale, mentre l’Eternalismo sostiene che qualunque momento è reale ed il presente è arbitrario, un gradino nell’immensa scala del tempo.

Il nostro cervello percepisce una durata del tempo maggiore o minore in base alle nostre esperienze. Mi spiego meglio: in situazioni normali e già ripetute, per il nostro cervello è più facile individuare e riconoscere oggetti, luoghi, persone, sulla base di un modello preesistente nella mente. Al contrario, se ci troviamo in una situazione più complessa o comunque sconosciuta, come ad esempio in un incendio, il cervello deve spendere molte più energie per riconoscere il fenomeno, per confrontarlo con delle nozioni che già possiede, per analizzare tutte le informazioni che sono state inviate dell’amigdala, ossia il centro di controllo delle emergenze nel nostro corpo. Il cervello in queste situazioni svolge talmente tante funzioni contemporaneamente, che giunge alla conclusione che, per eseguire tutto ciò, deve essere passato molto tempo. Ed è per questo motivo che quando pensiamo a quell’evento passato, la nostra mente lo ricorda come un’esperienza dalla durata più lunga di quella effettiva. Così un neonato percepirà un anno di vita come più lungo rispetto a quello di un anziano. Come suggerisce il neuroscienziato David Eagleman, un semplice trucco per avere una vita più lunga al suo ricordo, è inserire elementi originali nella nostra quotidianità, come lavarsi i denti con l’altra mano o mettere l’orologio al polso sinistro piuttosto che a quello destro.

In conclusione, quello che tu chiami “tempo”, lo scansioni con le tue azioni, e non viceversa. Non sei tu a subire il tempo, ma a dominarlo. Quegli obiettivi che appaiono immensi, possono essere raggiunti a partire da oggi. E non c’è bisogno dell’inizio di un nuovo anno, dell’arrivo del lunedì o di una giornata di sole, puoi iniziare da ora. Se tu ti fermi, di sicuro non sarà la vita ad aspettarti. 86400 secondi, 1400 minuti, 24 ore sono a tua disposizione da questo istante fino al medesimo di domani, che sarà diverso. Può darsi un poco o totalmente, questo spetta a te. E non rimandare quello che puoi fare oggi a domani, non dare per scontato che domani avrai possibilità tali e quali a quelle che hai oggi. Inutile attendere che il destino ti aiuti, perché non sai se lo farà mai; puoi arrivare a ciò che desideri, contando solo sulle tue forze.

“Allenati , mentre gli altri dormono 

Studia, mentre gli altri escono 

Resisti, mentre gli altri mollano 

Alla fine vivrai quello che gli altri sognano.”

Giorgia Lorenzin II°Ce

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