Il presepe napoletano è una rappresentazione della nascita di Gesù, solitamente ambientata nella Napoli del Settecento. Questa arte si è mantenuta inalterata sino ad oggi, diventando una tra le tradizioni più consolidate e seguite della città. A Napoli è molto famosa la Via dei Presepi (via San Gregorio Armeno), dove si può ammirare tutto l’artigianato locale. Questa tradizione ha origini molto remote, la ritroviamo in alcune testimonianze a partire dal 1021. Fino al 1600 veniva rappresentata solamente la grotta della Natività, con pochi personaggi. Da questo periodo in poi, venne rappresentato un territorio più vasto, si diffusero le rappresentazioni di taverne con le carni esposte, cesti di frutta e verdura, inoltre le scene divennero più vive e ricche di particolari, mentre le dimensioni dei personaggi vennero ridotte.

Durante il Novecento questa tradizione subì una graduale scomparsa, ma oggi è molto facile incontrare questi presepi nel periodo natalizio, soprattutto nelle chiese.

Si può attribuire un significato particolare a ciascun personaggio del presepe ed addirittura ai singoli elementi che compongono l’intero quadro.

I personaggi tipici del presepe napoletano sono:

Benino o Benito: Questa figura è un riferimento a quanto affermato nelle Sacre Scritture: «E gli angeli diedero l’annunzio ai pastori dormienti». Il risveglio è considerato inoltre come rinascita. Secondo la tradizione è il personaggio che dorme, colui che sogna il presepe. Una leggenda locale dice che se mai si fosse svegliato, il presepe sarebbe potuto svanire all’improvviso.

Cicci Bacco: si presenta spesso davanti alla cantina con un fiasco in mano. A Napoli è conosciuto come Ciccibacco ‘ncoppa a’ votte (Ciccibacco sulla botte) 

Il pescatore: è simbolicamente il pescatore di anime. Il pesce fu il primo simbolo dei cristiani perseguitati dall’Impero Romano. Il divieto di rappresentare Dio, rese necessario, usare dei simboli per alludere alla divinità.

I due compari: zi’ Vincenzo e zi’ Pascale, sono la personificazione della morte e del Carnevale. Al cimitero della Fontanelle di Napoli, si mostrava un cranio, indicato come “A Capa e zi’ Pascale”, al quale si attribuivano poteri profetici, tanto che le persone lo interpellavano, per chiedere consigli sui numeri da giocare al lotto.

Il monaco: simbolo di unione tra sacro e profano

Zingara: è la giovane donna con vestiti rotti, ma appariscenti. È un personaggio in grado di predire il futuro. Molto spesso è rappresentata con un bambino in braccio, simbolo della maternità. Molti credono che sia l’erede della Sillaba Cumana.

Stefania: È una giovane vergine che, quando nacque il Redentore, si incamminò verso la Natività per adorarlo. Bloccata dagli angeli che vietavano alle donne non sposate di visitare la Madonna, Stefania prese una pietra, l’avvolse nelle fasce, si finse madre e, ingannando gli angeli, riuscì ad arrivare al cospetto di Gesù il giorno successivo. Alla presenza di Maria, si compì un miracoloso prodigio: la pietra starnutì e divenne bambino, Santo Stefano, il cui compleanno si festeggia il 26 dicembre.

I re magi: Rappresentano il viaggio notturno della stella cometa che si congiunge con la nascita del nuovo “sole-bambino”. 

I venditori: uno per ogni mese dell’anno: Gennaio macellaio o salumiere; Febbraio venditore di ricotta e formaggio; Marzo pollivendolo e venditore di uccelli; Aprile venditore di uova; Maggio rappresentato da una coppia di sposi recanti un cesto di ciliegie e di frutta; Giugno panettiere o farinaio; Luglio venditore di pomodori; Agosto venditore di cocomeri; Settembre venditore di fichi o seminatore; Ottobre vinaio o cacciatore; Novembre venditore di castagne; Dicembre pescivendolo o pescatore.

Ci sono inoltre dei luoghi ricorrenti: il mercato, il ponte, il forno, la chiesa, l’osteria, il fiume e pozzo.

Per i napoletani questa tradizione è molto importante, tanto gli hanno dedicato un intero quartiere. Qui è possibile acquistare elementi del presepe e personaggi, tra cui personaggi tipici del carnevale e dell’attualità come politici.

In molti luoghi della Campania ci sono associazioni e gruppi di persone che ogni anno ripetono il rituale: agli inizi di novembre danno l’avvio alla costruzione di presepi all’aperto che invitano a visitarli durante una passeggiata. 

Sono sempre più frequenti le notizie di giovani artisti che hanno modernizzato l’arte presepiale, creando presepi sempre nuovi ed originali: presepi in miniatura, presepi all’interno di lampadine, presepi all’interno di una cozza, di una rosa essiccata e addirittura all’interno di una lenticchia e su una testa di spillo (ad opera del maestro d’arte Aldo Caliro) realizzando così il presepe più piccolo al mondo.

Chiara Saibene IBS

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