Il Natale: il periodo più speciale dell’anno, con le luci, gli alberi e le decorazioni. Scommetto che anche voi, da piccoli, vi facevate raccontare le storie su Babbo Natale, o sulla renna Rudolph dal naso rosso. Quelle che conosciamo tutti, però, sono solo le leggende natalizie più famose: nel mondo ce ne sono mille altre, come la leggenda dei Krampus in Austria, o quella del pettirosso. In questo articolo abbiamo scelto di raccontarvi tre delle più sconosciute leggende di Natale nel mondo.

Una molto particolare la possiamo trovare in Norvegia: la leggenda dello spirito dell’acqua. Si narra che nelle foreste della Norvegia viva una stupenda Troll, con un vestito bianco e lunghi capelli biondi, di nome Hulda. La troll è uno spirito dell’acqua, che rimane spesso intrappolato sotto uno spesso strato di ghiaccio quando, durante l’inverno, l’acqua ghiaccia completamente.

Una volta, durante il giorno di Natale, un pescatore decise di portarle un dolce ma, poiché non riusciva a trovare il lago di Hulda e non voleva lasciare il dolce sulla sua superficie, decise di fare un foro nel ghiaccio, usando il suo piccone. Riuscì a crearne uno piccolo a causa della durezza ghiaccio. Mentre pensava a come ingrandire il foro, la manina della Troll sbucò da esso rimpicciolendosi, e prese il dolce. Da quel momento, ogni Natale si usa portare allo spirito dell’acqua un piccolo dolce, in modo tale che possa passare attraverso qualsiasi foro nel ghiaccio.

Sempre al nord, in Islanda, troviamo la leggenda degli Jólasveinar, i quali oggi vengono descritti come miti simili a Babbo Natale, mentre una volta venivano visti in modo diverso. Innanzitutto essi appaiono come esseri simili ad elfi e orchi, sono 13 e vivono sui monti nei pressi di Reykjavík insieme ai loro genitori, Gryla e Leppaludi, due orchi.                                                                            Il loro arrivo di solito è intorno al 12 dicembre, quando uno alla volta scendono dalla montagna per fare i dispetti alle persone, e ognuno dei 13 Jólasveinar ha una particolarità. Il 12 dicembre scende il primo, Stekkjastaur, dispettoso soprattutto nei confronti delle pecore; egli si diverte a correre dietro a quelle povere bestie. Il 13 dicembre arriva Giljagaur, che si nasconde aspettando il momento adatto per entrare nelle stalle e rubare il latte fresco. Il 14, invece, scende Stúfur. Lui si intrufola nelle case degli islandesi, rubando le padelle usate per leccare i residui di cibo rimasti su di esse. Il 15 dicembre scende Þvörusleikir e anch’egli si intrufola nelle case delle persone per rubare i cucchiai di legno sporchi. Il 16 è il turno di Pottaskefill, il quale irrompe nelle case per rubare la pentola con gli avanzi della cena di quel giorno. Il 17 arriva Askasleikir, che si nasconde sotto il letto e aspetta che a terra venga appoggiata la askur, una ciotola che in passato gli islandesi lasciavano ai piedi del letto con gli avanzi per gli animali domestici. Ed egli punta proprio a questi avanzi. Il 18 dicembre compare Hurðaskellir: egli non ruba niente, ciò nonostante si diverte sbattendo le porte delle case tutta la notte. Dopo di lui, il 19, dalla montagna scende Skyrgámur, ghiotto dello skyr, un formaggio islandese. Infatti, si intrufola in cantina per cercare la botte dove lo si conserva e, quando la trova, ne mangia il più possibile, fino a scoppiare. Il 20 dicembre arriva Bjúgnakrækir, il quale preferisce le salsicce al formaggio, e ruba quelle che tradizionalmente gli islandesi appendono all’interno delle case. Il 21 dicembre è il turno di Gluggagægi. Lui si piazza fuori dalle finestre e spia all’interno per vedere se ci sono oggetti, che poi ruberà successivamente. Il 22 compare Gáttaþefur, il quale possiede un naso enorme che gli serve per sniffare le porte delle case in modo tale da capire se ci sia pane appena sfornato e, in caso lo percepisca, lo ruba per mangiarselo. Il 23 dicembre è il turno di Ketrókur, che adora la carne affumicata. Invero, la ruba dalle dispense con un lungo uncino che fa passare dal camino. Infine, la vigilia di Natale, il 24, arriva Kertasníkir. Lui è particolarmente affascinato dalle luci delle candele. Per questo, segue i bambini che giocano la sera aspettando il momento più opportuno per rubarle. Dato che inizialmente in Islanda le candele erano fatte con il grasso di qualche animale ed erano commestibili, egli se le mangia. Inoltre la leggenda vuole che dopo la loro comparsa i 13 Jólasveinar passino la notte di Natale a guardare da lontano le luci della città, tornando, uno alla volta, nella loro grotta.

L’ultima leggenda particolare è dell’Ucraina, dove, oltre che con palline colorate e luci scintillanti, l’albero viene addobbato anche con delle ragnatele finte. Questa è una delle più particolari tradizioni natalizie nel mondo, e deriva da un’antica leggenda: si racconta che una vedova vivesse in una vecchia casa coi suoi figli; la famiglia era molto povera e non aveva abbastanza soldi per addobbare il proprio albero di Natale. Così, la notte della Vigilia, donna e bambini andarono a letto, consapevoli che la mattina dopo li avrebbe accolti un albero spoglio e privo di decorazioni. I ragni, percependo la tristezza dei bambini, decisero di creare tante bellissime ragnatele per decorare l’albero in maniera semplice ma elegante. Oggi, aggiungere una ragnatela al proprio albero è sinonimo di buona fortuna.

Queste sono tre delle leggende natalizie più particolari e di cui non tutti hanno sentito parlare. Questo ci fa capire come il Natale, nonostante sia una festa ormai festeggiata in tutto il mondo, riservi delle differenze di paese in paese, che rendono il Natale più unico per ciascuno di noi.

Aurora Larocca e Lara Pirotta 3DL

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