Sabato 19 marzo, in occasione dell’inaugurazione del presidio di legalità dedicato a Rita Atria, In punta di Penna è riuscita ad ottenere le impressioni e i pensieri dell’assessore alla pubblica istruzione, politiche giovanili e sport di Saronno, Gabriele Musarò.

Alessio Coviello (AC): Dal punto di vista dell’istruzione, quale significato ha e quale ruolo può avere questo presidio di legalità?

Assessore (AS): In questo momento è come se voi steste lanciando un piccolo semino qui in città, per dare l’idea che costruire un ragionamento continuo, un’informazione continua anche qui e soprattutto essendo in Lombardia, dove la mafia ha dei grandissimi interessi economici legati in gran parte alle industrie e al campo dello smaltimento dei rifiuti tossici, prendendo in considerazione per esempio il fenomeno delle ecomafie, è di fondamentale importanza. È quindi fondamentale che da qui parta un progetto che possa contaminare anche le altre scuole della città, realizzando delle attività che coinvolgano i vari istituti che hanno intenzione di cogliere questa opportunità. Sarebbe molto bello se nell’offerta formativa di ogni scuola superiore di Saronno ci fosse un progetto legato alla legalità e soprattutto legato alla mafia, affinché si possano creare delle occasioni di condivisione e di conoscenza e si possano organizzare delle settimane dedicate, in cui attraverso l’arte, la poesia e il teatro voi studenti possiate dimostrare di aver introiettato l’idea di mafia, per poi ribaltarla e renderla un momento di positività.

AC: Riprendendo il precedente discorso del dirigente scolastico, in merito al duplice ruolo della scuola, che ha il compito non solo di istruire ma anche di educare, questo secondo punto è quello che viene maggiormente sviluppato trattando queste tematiche?

AS: Assolutamente sì. Come sapete da un paio d’anni esiste una legge, la 92, che dice ai professori di intraprendere durante l’anno scolastico dei percorsi di educazione civica. Quello che state facendo voi in questo momento è un grandissimo esercizio di competenza relativo all’educazione civica, cioè state facendo vedere come si possa utilizzare questa maniera trasversale per creare dei momenti in cui voi siete gli attori principali della narrazione della mafia, voi la raccontate alla città, la rendete edibile, digeribile. Io penso che l’azione educativa di queste occasioni sia fondamentale per costruire, come ha detto prima il vostro dirigente, il “cittadino pensante”, colui che un domani saprà scegliere che strada prendere e soprattutto è importante riportare sulla vostra esperienza personale che cosa vuol dire essere o non essere mafiosi. Questo perché essere mafiosi non vuol dire solo ammazzare qualcuno, ma vuol dire anche vessare il compagno di classe, o prenderlo in giro perché “diverso” da noi. Per questo sottoscrivo le parole del vostro preside, questo è un momento di grandissima formazione legata all’educazione civica.

AC: In conclusione, possiamo considerare questo presidio di legalità come un punto di partenza, e se sì, per che cosa?

AS: Questo presidio è un seme, quindi un punto di partenza per iniziare in città a costruire, attraverso il vostro impegno, dei momenti di formazione e informazione inerenti alla tematica della legalità, per comprendere cosa significhi essere consapevoli della legalità oggi anche e soprattutto attraverso i vostri occhi.

AC: La ringraziamo per questa intervista.

 AS: Grazie a voi e buon lavoro.                                                                                                                                                  Coviello Alessio 4^BC

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