Il 22 aprile di quest’anno è stata la giornata dove si festeggia il nostro pianeta, l’ambiente e la salvaguardia dello stesso. Questa giornata ricade un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera. 

Il progetto 30by30 è una delle iniziative più importanti in termini di conservazione della natura e vede una lunga lista di molti paesi del mondo pronti a impegnarsi per rendere il 30% della superficie terrestre un’area protetta entro il 2030; al momento siamo a metà strada infatti il 15% della Terra è un’area protetta, questo, però, non significa che sia ecologicamente intatta, cioè, che rispetti i tre principi fondamentali: la presenza di un habitat intatto e non toccato da mano umana, un numero basso (o nullo) di specie estinte nei tempi storici a causa degli interventi artificiali e la presenza di abbastanza biodiversità da mantenere la piena efficienza ecologica. In tutta la Terra la percentuale di ecosistemi che rispondo a tutti e tre i criteri è tra il 2 e il 3%, inoltre l’11% di queste aree non si trova in zone protette bensì in territori occupati da comunità indigene. Quindi oltre a proteggere quello che c’è bisogna anche impegnarsi a ripristinare le aree degradate. Secondo uno studio bisognerebbe reintrodurre delle specie animali e vegetali che permettono all’habitat di ripristinare la propria funzionalità, questi interventi riporterebbero il 20% degli ecosistemi terrestri attualmente degradati alla rinascita.

Come possiamo aiutare? Anche nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per salvare il nostro pianeta, perché se ognuno si impegna a rispettare il nostro pianeta ne trarremo grandi risultati. 

Il primo punto è comprare meno oggetti, di tutte le materie prime usate per fabbricare gli oggetti che compriamo i due terzi finiscono nei rifiuti; quindi il primo passo è comprare oggetti solo se ne abbiamo la necessità e se poi li potremo riutilizzare; la forma di un futuro dove l’economia sarà basata sul riciclo all’infinito è possibile e riuscirebbe a bilanciare le esigenze della società con quelle del pianeta. 

Il secondo punto è mangiare più vegetali, gli allevamenti uccidono più di 80 miliardi di animali ogni anno a scopo alimentare e questo mette a dura prova il nostro pianeta essendo che negli allevamenti intensivi si sprecano una grande quantità di gas. 

Il terzo punto è ridurre il consumo di energia, soprattutto nelle giornate di sole possiamo anche evitare di accendere le luci in casa, che poi dimentichiamo di spegnere e questo fa arrabbiare molti genitori, quindi quando si può anche un piccolo gesto di spegnere le luci quando non serve aiuta il pianeta (e fa litigare di meno con i genitori). 

Il quarto step è quello di evitare plastica usa e getta, ogni anno produciamo quali 300 milioni di tonnellate di plastica il che ha un grande impatto sul pianeta, come ci hanno insegnato le spiagge piene di rifiuti e le isole di plastica in mezzo agli oceani, in risposta a questo Ocean Generation vuole far fronte a questo problema con dei suggerimenti facili da seguire nella sua guida Pic Nic Without Plastic Challenge. Solo il 9% dei rifiuti viene riciclato e il resti rimane nelle discariche o si accumula nei fiumi e nei mari. 

Il quinto passo per aiutare il nostro pianeta è pensare alle microfibre, durante ogni ciclo di lavaggio casalingo vengono rilasciati materiali sintetici che contengono circa 700.000 microfibre che poi sfociano nel mare e vengono ingoiati da organismi acquatici (che noi mangiamo quindi non è neanche salutare per noi), quindi magari anche solo l’idea di comprare uno spazzolino fatto in legno può essere d’aiuto. 

Il sesto passo è comprare prodotti per la cura personale più ecologici, comprare una ricarica invece di un altro contenitore fa avere molti meno rifiuti, molti marchi si stanno preoccupando di questo quindi comprare i loro prodotti invece di quelli che non rispettano l’ambiente è una delle cose utili insieme all’acquistare saponette detergenti, rasoi riutilizzabili e deodoranti con ricariche naturali. 

Il settimo punto è di usare mascherine sostenibili, il covid ha fatto aumentare moltissimo la produzione della plastica, scegliere una mascherina lavabile può fare la differenza.

L’ottavo step è difendere la fauna selvatica, il coronavirus ci sta avvertendo che stiamo trattando in modo irresponsabile i mammiferi, gli uccelli, gli anfibi, i rettili e i pesci che hanno subito un declino di due terzi in meno di mezzo secolo, quindi in modo pacifico fai sentire la tua voce.

Il nono gradino è il lasciare i pesci nel mare, che aiutano molto la biodiversità.

Il decimo passo è fare una doccia più veloce e di non sprecare acqua quindi quando usi sapone, shampoo eccetera spegni l’acqua in modo da sprecarne il meno possibile.

L’undicesimo step è quello di ridurre il ricambio tecnologico, perché cambiare telefono. computer o qualsiasi altra cosa se l’abbiamo già e funziona? Quindi al posto di cambiare sempre e ogni volta sostituiamo un prodotto solo per necessità.

Il dodicesimo passo è quello di controllare da che paese provengano i prodotti che desideri acquistare e ricorda che più strada hanno fatto più sono state le emissioni prodotte da combustibili fossili.

Il tredicesimo gradino verso un mondo migliore è lo scegliere la moda green, soprattutto adesso molte più marche fanno prodotti ecologici e, come quelli per il benessere, è meglio acquistare prodotti che rispettano il pianeta.

Il penultimo punto è il festeggiare la Giornata della Terra che ha lo scopo di unirci per agire contro il cambiamento climatico.

L’ultimo gradino è non sprecare, quindi tenere presente le tre R: Ridurre, Riutilizzare e Riciclare.

Ci sono molti altri gesti che aiutano il pianeta, ma anche solo con questi quattordici noi possiamo fare molto per la Terra, che ogni giorno ci regala paesaggi spettacolari, quindi regaliamole anche noi qualcosa: pace.

Lara Pirotta, 1^DL

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