Il Natale è una delle festività più amate da tutti e, come ogni stato, anche la Norvegia e l’Islanda hanno proprie tradizioni. In Norvegia, come in Islanda, le festività natalizie iniziano quando il sole tramonta il 24 dicembre e terminano, secondo la tradizione, il 13 gennaio, giorno dedicato a San Canuto, conosciuto anche come il ventesimo giorno di Natale.

Il termine per “Natale” in norvegese e islandese è, rispettivamente, jul e jól, un vocabolo di etimologia oscura forse legato ad una antichissima festa tradizionale del solstizio d’inverno, la quale, molto probabilmente, trae le sue origini da popoli vichinghi scandinavi; per questo motivo, in Norvegia, la formula di augurio è God Jul! o Glædelig Jul! Mentre in Islanda la formula d’augurio è Gleðileg jól!

La storia natalizia nordica è abbastanza lunga: in Norvegia, la celebrazione del Natale venne introdotta tra l’XI e il XII secolo. Le celebrazioni cristiane del Natale sostituirono una festa pagana, lo jól, una festa di mezzo inverno durante la quale veniva consumata molta birra in onore delle divinità pagane.

In Islanda c’era una festività simile, in quanto era un dominio vichingo, anche lì, con l’avvento del Cristianesimo, le antiche celebrazioni del solstizio d’inverno si fusero con le celebrazioni del Natale cristiano.

Della festa di jól, anche se probabilmente di una versione già cristianizzata, si trova una descrizione in una saga, la Ólafs saga helga, dedicata ad un re norvegese, Olav il Santo, sovrano del “Norgesveldet”, l’Impero Norvegese, che regnò dal 1015 al 1030.

La mattina del 24 dicembre, giorno dell’Aðfangadagur, la vigilia, è tradizione fare visite alle tombe dei propri cari defunti, e le campane di tutte le chiese suonano alle 18 per celebrare l’inizio del periodo natalizio. Inoltre, sia in Islanda che in Norvegia, è una abitudine popolare quella di allestire un albero natalizio; tuttavia, essendo l’Islanda un paese privo di foreste, si utilizzavano piante di Sorbo Selvatico: sapendo ciò la Norvegia, in segno di amicizia con il paese, dona alla città di Reykjavík, la capitale dello stato islandese, un albero di abete, il quale viene esposto nella piazza principale e addobbato. Molto diffuse in entrambi gli stati sono anche le Corone d’Avvento delle ghirlande che presentano 4 candele al proprio interno.


Altre tradizioni popolari sono lo Jólabókaflóð, festività islandese durante la quale ci si regala un libro di Natale, tradizione che trae le proprie origini nella Seconda Guerra Mondiale quando la carta era uno dei pochi prodotti non colpita dai divieti di importazione. E’ molto presente anche la tradizione delle cartoline natalizie, dove si stima che almeno il 50% della popolazione spedisce ogni anno una cartolina natalizia elettronica o cartacea a amici o parenti.

Alcune date molto importanti per la tradizione sono:
-Il giorno di Santa Lucia, in Norvegia e Svezia, in quanto un tempo si credeva che questo giorno, in cui prima dell’introduzione del calendario gregoriano cadeva il solstizio d’inverno, fosse caratterizzato dalla presenza di spiriti malvagi. Per questo motivo, i Norvegesi e gli Svedesi segnavano con una croce le porte dei granai e bruciavano un abete nel camino, in modo tale che le streghe non potessero scendere da lì.
Una tradizione popolare di entrambi gli stati, principalmente per i più piccoli, è quella di mettere una scarpa sul davanzale che per i bambini che si sono comportati bene, sarà piena di doni, altrimenti, sarà riempita di patate.

-La Vigilia di Natale: durante il pomeriggio della Vigilia di Natale, è tradizione fare un bagno ed indossare dei vestiti nuovi. Dopo la messa, invece, è tradizione lasciare del cibo per gli spiriti defunti della famiglia e del covone di grano per gli uccelli

Ci sono anche alcuni Personaggi del folclore tradizionali.

In Norvegia, Julesvenn è uno dei nomi dati a Babbo Natale. Mentre in Islanda secondo la tradizione figurano Grýla, Leppalúði e gli Jólasveinar, elfi che prendevano il ruolo di Babbo Natale.
Inoltre, se si ha fortuna, si può assistere anche al fenomeno delle aurore boreali, che, sebbene non sono rare a latitudini elevate, contribuiscono a rendere l’atmosfera più magica.
E’ sempre bello festeggiare il Natale, indipendentemente dalla tua latitudine, e la cosa che lo rende ancora più unico è la sua diversità.

                                                                                                                          Giacomo Paragliola, 1AC

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